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30 mila imprese a rischio, servono politiche energetiche e interventi fiscali

“La profonda preoccupazione per il conflitto in Ucraina e per le drammatiche conseguenze sulle popolazioni coinvolte, si sovrappone a quella per la tenuta delle micro e piccole imprese che, già prima della guerra, erano in estrema difficoltà per l’aumento dei prezzi e per la carenza di materie prime e ora unitamente all’aumento del costo di gas ed energia. Servono misure per ridurre il prezzo dei carburanti ed evitare speculazioni su prezzi e forniture di materie prime. Gli interventi devono essere immediati, a breve e medio termine, ma anche strutturali per evitare di trovarci in futuro ad affrontare situazioni simili”. A dichiararlo il Presidente e il Segretario della Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Graziano Sabbatini e Marco Pierpaoli nel corso dell’incontro di questa mattina con il Vice Presidente della Regione, Mirco Carloni presso il centro direzionale della Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino.

A rischio ci sono 30.000 imprese.

A fare una sintesi di quelli che sono stati gli aumenti nei costi di energia e gas, Maurizio Venanzoni, responsabile per il settore. “I costi, già duplicati tra gennaio e febbraio, sono ulteriormente esplosi negli ultimi 15 giorni nonostante il Governo, ascoltando le nostre richieste, abbia azzerato gli oneri di sistema”, per questo è indispensabile “mettere un tetto al prezzo del gas per le imprese” ha detto il Presidente Graziano Sabbatini.

“L’aumento dei costi energetici, la difficoltà di reperire materie prime e i prezzi aumentati, le incertezze su cosa succederà, stanno portando, e ancor più porteranno, ad innescare aumenti a cascata che faranno crescere l’inflazione reale ben oltre a quello che si ipotizza”. “Dobbiamo progettare un futuro energetico per la nostra Regione anche coinvolgendo l’Università. A livello politico servono incentivi per spingere le imprese verso le energie rinnovabili e verso il risparmio energetico”, ha proseguito Sabbatini.

Nella situazione attuale le aziende rischiano di non farcela e di dover ricorrere alla cassa integrazione. “Le risorse però, rispetto allo scenario che si prospetta e alle domande che stimiamo possano arrivare, non sarebbero sufficienti”, ha detto Claudia Connestari dell’Area Lavoro di Confartigianato. “È necessario intervenire per estendere le attuali 13 settimane di sospensione a 52 in un biennio mobile mediante aiuti da parte delle istituzioni e dello stato; sospendere la verifica delle causali di richiesta per evitare che le domande vengano bocciate per incongruenza con il dlgs 2015 e il pagamento del contributo aggiuntivo previsto per l’accesso alla cassa integrazione”.

“Il problema della pressione fiscale riguarda tutta Italia, ma qualcosa a livello territoriale è possibile fare, per esempio abbassando le addizionali comunali e regionali”, ha sottolineato Leonardo Gentile, responsabile servizi fiscali. “Tagliando Imu, Tari e Irap si alleggerirebbe fin da subito la pressione fiscale sulle imprese e i lavoratori avrebbero una busta paga più pesante”.

Presenti all’incontro anche Paolo Longhi, Presidente del comitato territoriale di Ancona, che ha sottolineato la necessità di aiutare le imprese a trovare nuovi mercati e Luca Bocchino, responsabile del settore Trasporti, che ha ribadito quelle che sono le richieste della categoria, a partire da un provvedimento emergenziale che contrasti il caro carburanti.

“In economia quello che si può gestire sono i rischi, non le incertezze”, ha sottolineato il Vice Presidente della Regione Carloni che, ringraziando la Confartigianato per quello che sta facendo, ha illustrato le prossime iniziative della Regione a partire dalla creazione di filiere produttive che rendano i territori più produttivi, meno dipendenti dall’esterno e meno esposti alle speculazioni a cui si sta assistendo per quanto riguarda costi e forniture di materie prime e gas. “Stiamo anche lavorando per diversificare i mercati”, ha detto ancora Carloni annunciando che a breve incontrerà Amedeo Teti, il commissario individuato dal MISE per sostenere le imprese coinvolte nella crisi generata dal conflitto russo-ucraino.

“Confartigianato per essere vicina alle imprese, è impegnata ad individuare possibili soluzioni che consentano di non fermare le attività e a confrontarsi con le diverse categorie e con i territori. Ha avviato una campagna di ascolto che coinvolge anche il mondo politico e accademico internazionale, per avere punti di vista che forniscano una migliore percezione del contesto”, ha detto Marco Pierpaoli, ricordando come sia attivo il numero verde 800 229310 attraverso il quale le imprese e gli associati possono avere informazioni e chiedere consigli e chiarimenti agli esperti.

“Veniamo da anni complicati e stiamo attraversando un altro periodo molto difficile in cui solo lavorando insieme, facendo rete, potremo davvero essere protagonisti. “Protagonisti nel Cambiamento” abbiamo voluto intitolare il percorso assembleare che prevede 20 incontri sul territorio per dialogare con i nostri 10 mila associati”, ha detto ancora Pierpaoli.  “Le imprese rappresentano il patrimonio del Paese dal punto di vista economico, ma anche sociale e morale. Con loro vogliamo dialogare.  Da qui il percorso di ascolto che stiamo costruendo”.

Si parte domenica 20 marzo a Monte Roberto con il convegno “Enoturismo come leva di valorizzazione territoriale” che vedrà tra i relatori Roberta Garibaldi, Amministratore delegato dell’Enit e grande esperta di turismo legato alle realtà vitivinicole e il vice Presidente della Regione Mirco Carloni.

Presenza importante al convegno quella dell’Università Politecnica delle Marche. “Non possiamo non provare un profondo dolore per il dramma umano a cui stiamo assistendo. Come mondo accademico il nostro compito”, ha detto il Rettore Gian Luca Gregori “deve essere quello di dare un metodo. I costi energetici, la crisi dei mercati, interessano tutti i territori, ma ognuno è toccato in modo diverso. Dobbiamo partire dalle peculiarità e dalle esigenze locali, per individuare le priorità di intervento, ricordando che a livello regionale si può fare qualcosa, ma molto deve essere fatto a livello nazionale”.