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Apprendistato, “no” a una riforma, “sì” al sostegno alla imprese che investono in formazione

Non è necessaria l’ennesima riforma dell’apprendistato. Va, invece, sostenuto l’investimento degli imprenditori nella formazione on the job, soprattutto nell’artigianato dove è assunto un terzo degli apprendisti, con l’obiettivo di rilanciare questo strumento fondamentale per creare occupazione qualificata per i giovani, ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro e trasmettere le competenze che hanno fatto grande il Made in Italy nel mondo.

E’ il giudizio espresso oggi da Confartigianato all’audizione presso la Commissione lavoro della Camera sulla proposta di legge di modifica della disciplina dell’apprendistato.

Nel merito della proposta, secondo Confartigianato non contribuiscono al rilancio dell’apprendistato le ‘finestre’ di uscita anticipate, la restituzione dello sgravio fruito in caso di recesso anticipato dal contratto, la soglia minima di retribuzione, che interviene su una materia che deve restare di competenza esclusiva della contrattazione collettiva, e quella che fissa a 15 dipendenti il limite dimensionale delle imprese che devono rispettare le clausole di stabilizzazione elevando peraltro anche le percentuali di stabilizzazione.

Inoltre, la piattaforma per l’apprendistato, anziché semplificare rischia di creare sovrapposizioni ed ulteriori oneri per le imprese. Infine, non viene riconosciuto il fondamentale ruolo che svolgono le Associazioni di categoria che affiancano le imprese, visto che proprio l’associazionismo d’impresa, oltre a garantire la corretta applicazione dei ccnl e delle norme in materia di lavoro e sicurezza, può promuovere l’utilizzo dell’apprendistato.

Confartigianato sollecita un effettivo rilancio dell’apprendistato professionalizzante, che rappresenta la tipologia più utilizzata e nella quale la formazione on the job è fortemente valorizzata, ripristinando la decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto per le imprese artigiane e in ogni caso per quelle fino a 9 dipendenti. L’apprendistato professionalizzante deve essere l’unico contratto incentivato per l’inserimento dei giovani, perché è l’unico contratto a contenuto realmente formativo.

Per l’apprendistato di primo livello, inoltre, sono necessari maggiori elementi di certezza per gli imprenditori, superando le rigidità burocratiche e semplificando la gestione del rapporto di lavoro. Altrettanto importante, per Confartigianato, sostenere l’apprendistato di terzo livello quale strumento per la formazione delle professionalità necessarie per innescare l’innovazione dei prodotti e dei processi.