Confartigianato sulla base delle numerose segnalazioni giunte, è intervenuta nei confronti del Ministero Infrastrutture e Trasporti per rappresentare alcune criticità in ordine all’applicazione delle misure adottate dal Governo.
Alcune Amministrazioni provinciali stanno contestando ai centri di controllo la possibilità di svolgere l’attività di revisione, addirittura considerando la loro stessa apertura come violazione delle norme sull’emergenza COVID-19 fino a configurarla quale ipotesi di reato. Tali orientamenti sono in contrasto con la lettera e la ratio delle norme emanate.
Infatti i Centri Revisione come da DPCM del 22 Marzo, ripreso dal MISE il 25 marzo e confermato dal DPCM del 10 aprile, sono ricomprese negli allegati tra le attività autorizzate.
La confusione creata mette in forte difficoltà e disagio le imprese dell’intero comparto che in questo momento sta garantendo alla collettività servizi di assistenza per tanti soggetti che comunque necessitano di spostarsi e che mai come in questo momento hanno bisogno di disporre di mezzi efficienti per gli spostamenti.
In merito all’estensione della proroga, di cui all’art.92, c.4, del D.L. n.18/20, alle revisioni con scadenza antecedente alla data di entrata in vigore del Decreto, emersa da una recente indicazione del Ministero dell’Interno, Confartigianato ha sottolineato che tale interpretazione non è condivisibile poiché penalizza ulteriormente l’operatività dei centri di controllo, anche per un indefinito arco temporale della retroattività.
Confartigianato ha già avviato contatti di confronto e collaborazione con le Motorizzazioni locali per coordinarsi alla luce di quanto sta accadendo.
Per tali ragioni, Confartigianato ha sollecitato il Ministero ad attivarsi affinché sia data una corretta ed uniforme applicazione delle norme sull’intero territorio nazionale, evitando che le richiamate criticità possano generare penalizzazioni e improprie ricadute in termini di responsabilità sui centri di controllo.