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Confartigianato e CNA, bilancio 2023

Un anno complicato, fatto di luci e ombre, quello con cui si sono confrontate le imprese nel 2023 a causa della situazione internazionale, dell’inflazione, del caro mutui e, nelle aree colpite, anche dalle conseguenze delle alluvioni.

In questo quadro le Associazioni si sono mosse cercato di dare risposte immediate fornendo un supporto sia in termini di servizi che di rappresentanza delle istanze a tutti i livelli istituzionali.

A delineare la situazione che si trovano ad affrontare le micro e piccole imprese dell’anconetano, Marco Pierpaoli Segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino il Direttore di CNA Territoriale di Ancona Massimiliano Santini.

Nel 2023 la provincia di Ancona ha perso circa 2000 attività. A soffrire di più l’autotrasporto (-105 imprese), il commercio autoveicoli (-966 imprese in un 11 mesi) ed il comparto turistico fra servizi (-157) e ricezione (-292), un dato, quest’ultimo però, da leggere tenendo conto della dinamicità del comparto visto che alle cessazioni risponde la più alta percentuale di variazione fra il 2022 e il 2023 di nuove aperture.

Nel settore dei servizi al turismo negli ultimi 11 mesi c’è stato, infatti, un incremento del 70% delle nuove attività (47 nel 2022 e oltre 80 nel 2023), mentre alla voce alloggio e ristorazione le imprese nate le 2023 sono il 40% in più del 2022 (48 nel 2023 e 30 nel 2022). Se le nuove aperture del 2023 (1.823 a novembre) riportano un dato quasi identico a quello del 2022, pesa il +10% delle chiusure, che passano da 3.834 nel 2022 a oltre 4.200 nel 2023.

A spiccare la crisi del settore Costruzioni che in appena 11 mesi ha visto chiudere 421 imprese in conseguenze della ridefinizione e riduzione degli incentivi alla ristrutturazione ha portato molte imprese, già nel corso dell’anno, a chiudere. Uno degli effetti negativi denunciati con forza da Confartigianato e CNA, a tutti i livelli, con la richiesta al Parlamento di prevedere per lo meno una proroga, limitata ai condomini, per portare a termine gli interventi del Superbonus 110%, ed evitare di mettere a rischio circa 25 mila cantieri e di intervenire con una misura che prevenga i possibili contenziosi tra imprese e condomìni qualora si debba sostenere la differenza dei costi degli interventi rispetto a quelli coperti dell’incentivo statale. A confermare le difficoltà del settore anche il dato sulle nuove aperture che mostra un calo di circa il 7% fra le attività edili avviate nel 2022 (294) e quelle avviate nei primi 11 mesi del 2023 (274).

Sul fronte delle nuove aperture, tante sono le attività legate a servizi di consulenza e mestieri non tradizionali e innovativi che hanno preso il via negli ultimi mesi (quasi 800 nuove partite iva) e da segnalare anche il settore della comunicazione e informazione, che fa registrare un balzo in avanti sulle nuove imprese, fra il 2022 e il 2023, del 60%.

Guardando al 2024, le Associazioni evidenziano segnali positivi per quanto riguarda l’export.

‘In base alle previsioni, dal prossimo anno si attende anche un aumento del dato riferito all’occupazione con un trend positivo almeno fino al 2026’, spiegano Pierpaoli e Santini, ‘un elemento che, pur in una situazione complessa, va colto come segno della vitalità delle imprese che vanno però supportate. Per questo è necessario fare rete e la collaborazione delle Istituzioni’.