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Dl Rilancio: Confartigianato su Ecobonus e Sismabonus al 110%

Le richieste al Governo in tema di Sismabonus ed Ecobonus segnano un passaggio fondamentale del percorso sindacale di Confartigianato e nello specifico delle categorie Edilizia e Impianti. La bozza del cosiddetto “Decreto Rilancio”, circolata in queste ore, prevederebbe un intervento che andrebbe a cambiare in maniera sensibile il meccanismo di funzionamento dell’ecobonus e del sismabonus.

L’obiettivo è di rilanciare i consumi e far ripartire con slancio la filiera delle costruzioni, già segnata pesantemente dagli anni di crisi e alle prese con la difficile contingenza determinata dalla pandemia. Al momento in cui scriviamo, non siamo nella condizione di anticipare il contenuto del testo del provvedimento, poiché nelle bozze che stanno circolando non risulta ancora definito. Siamo in grado, pertanto, soltanto di fare riferimento ad indiscrezioni veicolate dai mezzi di informazione, in molti casi anche in modo contraddittorio tra le diverse fonti. Sembra tuttavia certo che l’aliquota di detrazione dovrebbe essere fissata al 110% e sarà applicabile ad interventi complessivi di riqualificazione energetica, mentre ancora è incerta l’inclusione degli interventi di rifacimento delle facciate (sulle quali al momento il bonus è al 90%).

Dall’ incremento delle nuove aliquote di detrazione sembrerebbero quindi esclusi tutti i singoli interventi, compreso le sostituzioni di impianti o componenti tecnologici per il riscaldamento e il rinfrescamento, nonché i serramenti e le schermature solari. Tra le altre anticipazioni trapelate, da ultimo, sembrerebbero riconfermate per le tipologie di intervento che entreranno a far parte del perimetro del nuovo provvedimento, in alternativa alla detrazione, le opzioni della cessione del credito o lo sconto in fattura.

 

Le posizioni di Confartigianato sulle proposte del Governo

In relazione alle anticipazioni trapelate, tuttavia, la Confartigianato è intensamente impegnata nelle fasi di consultazione che nel frattempo sono state avviate dal Governo, ritenendo, comunque, di mantenere un atteggiamento molto critico su quanto si starebbe definendo, con la speranza di riuscire, a beneficio delle imprese da noi rappresentate, ad incidere nell’impostazione finale.

In particolare ed in sintesi, queste le posizioni espresse:

1) Positivo aver lavorato sul potenziamento della cessione del credito che Confartigianato ha sempre richiesto come strumento alternativo allo sconto in fattura. Rimane una forte perplessità sul ricorso allo sconto a causa delle potenziali distorsioni che lo stesso introdurrebbe nel mercato in favore di soggetti in posizione dominante;

2) Deve essere chiaro, nel testo, che la cessione del credito è una prerogativa, in primo luogo, del soggetto committente e deve essere libera nei confronti di qualsiasi soggetto terzo, anche non immediatamente collegato alle opere eseguite. Sotto questo profilo, pertanto, valutiamo positivamente l’annunciata inclusione delle Banche tra i soggetti cessionari;

3) Il rafforzamento dell’intensità della detrazione non deve essere riservato ai soli interventi complessi di riqualificazione energetica degli edifici, ma deve ricomprendere tutti gli interventi di riqualificazione energetica e di sisma bonus. In particolare l’intervento dovrebbe senz’altro includere almeno i serramenti ed infissi, caldaie a condensazione di classe uguale o superiore ad A, le pompe di calore ad alta efficienza.

4) L’incentivo deve essere previsto almeno fino alla fine del 2022.

 

Per Confartigianato Edilizia e Impianti:
  • no allo sconto in fattura;
  • no all’aggravamento delle procedure di asserverazione, verifica e controllo;
  • si all’estensione del credito di imposta al 110% su ecobonus e sismabonus su tutti gli interventi;
  • si alla cessione del credito all’esecutore dei lavori;
  • si alla cessione del credito alle banche purché questo avvenga in assenza di valutazione;
  • si alla cessione del credito a soggetti della filiera o altri fornitori.