L’ufficializzazione della sospensione delle attività di acconciatura, barbieri e estetica in zona rossa avvenuta con il nuovo DPCM in vigore dal prossimo 6 marzo fino al prossimo 6 aprile è incomprensibile.
Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino e CNA Ancona ribadiscono come tale provvedimento non tenga in considerazione dell’efficacia dei protocolli di sicurezza a cui le imprese del settore si sono adeguate in maniera stringente e rigorosa.
Le due Associazioni più rappresentative del comparto benessere hanno manifestato in più occasioni la necessità di consentire la prosecuzione dell’attività in zona rossa per l’intero comparto formato da Acconciatori, Estetisti e dai servizi affini al settore. Tutte, infatti, garantiscono, la massima sicurezza sia per organizzazione sia per modalità di svolgimento del lavoro. Il settore dell’acconciatura, nel rispetto dei protocolli condivisi con le autorità, hanno ridotti il numero di accessi ed aumentato l’uso di DPI. IL settore dell’estetica, opera addirittura con clienti singoli e nel rispetto dei protocolli al pari degli acconciatori. Purtroppo, proprio il settore dell’estetica, contrariamente a quelle di acconciatura, non ha mai visto riconoscere tale possibilità neanche nei precedenti decreti.
Di recente, proprio il TAR del Lazio, con sentenza n. 1862/21 depositata il 15 febbraio, aveva accolto il ricorso sull’esclusione dei centri estetici dai servizi alla persona che possono essere erogati anche in zona rossa. Tale intervento ad oggi non è stato recepito dall’ordinanza della Regione Marche numero 07 del 02 marzo con cui si applicano al territorio della Provincia di Ancona le misure restrittive già previste dal DPCM del 14 Gennaio, che va quindi interpretato nella sua versione pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Stupisce, pertanto, l’inversione di rotta contenuta nella DPCM che conferma la sospensione delle attività di estetica in zona rossa e reintroduce la stessa misura anche per quelle di acconciatura. Pare francamente assurdo che queste categorie, già penalizzate in maniera pesante dalle restrizioni sociali e dal forte calo dei consumi, possano essere punite di nuovo e senza motivazioni oggettive.
CNA e Confartigianato chiedono quindi alla Regione Marche:
- di chiarire che fino all’entrata in vigore del nuovo DPCM (6 Marzo 2021), nelle “Zone Rosse” vigono le restrizioni previste dal DPCM del 14 Gennaio 2021 ma accogliendo gli effetti della sentenza del TAR Lazio.
- immediati ristori adeguanti per soppesare l’incomprensibile decisione di chiusura dei due settori in caso di inserimento del territorio anconetano e forse di tutta la regione in “Zona Rossa”.