La legge di Bilancio 2023, ha introdotto importanti novità per quanto riguarda l’ “Opzione donna” la forma di pensionamento anticipato che consente alle sole lavoratrici (sia del settore privato che pubblico) di uscire con uno sconto medio di 53 mesi (4,5 anni) rispetto ai requisiti ordinari a patto di accettare il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo.
La finanziaria 2023 proroga la misura di un altro anno vincolandola ad una ‘condizione soggettiva’ che la lavoratrice deve possedere al momento della domanda.
REQUISITI
La proroga del regime sperimentale anche per il 2023 riguarda solo lavoratrici :
- licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero;
- con disabilità pari o oltre il 74% ;
- che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi , con handicap in situazione di gravità ex legge 104 1992 (art 3 comma 3);
- 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022.
L’età di accesso sale a 60 anni sia per le dipendenti che per le autonome, con anticipo di 1 anno per ogni figlio, entro un massimo di due, dunque
- 58 anni per chi ha avuto due o più figli (o è licenziata o dipendente in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero);
- 59 anni per chi ha avuto un figlio.
Il requisito anagrafico deve essere perfezionato entro il 31/12/2022.
DOMANDE
Dopo la maturazione dei requisiti richiesti, è previsto un periodo di finestra, pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.
Le finestre di attesa osservate non si applicano alle lavoratrici del comparto scuola.
La prima data di decorrenza utile, per le dipendenti che hanno maturato i requisiti nel 2022, è stata il 1° febbraio 2023, mentre per le lavoratrici autonome sarà il 1° agosto 2023.
Le dipendenti del comparto scuola hanno la possibilità di presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2023 per i pensionamenti con decorrenza settembre 2023.
Grazie al beneficio della cristallizzazione dei requisiti, le lavoratrici che hanno maturato le condizioni richieste dalla legge di Bilancio 2022 entro il 31 dicembre 2021 possono comunque accedere alla pensione nel 2023, o negli anni a venire, con i vecchi requisiti anagrafici, indipendentemente dalla presenza e dal numero dei figli.