‘Nel corso degli ultimi 4 mesi nelle province di Ancona e Pesaro – Urbino, si è fortemente aggravato il problema del ritiro degli PFU (Pneumatici Fuori Uso) che, a fronte di un contributo obbligatorio pagato dagli utenti e consumatori finali, obbliga l’autoriparatore autorizzato alla sostituzione degli pneumatici per moto, auto e mezzi pesanti, ad avvalersi dei Consorzi obbligatori per il ritiro e lo smaltimento degli stessi’.
Luca Bocchino, responsabile Autoriparazione di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino, torna a denunciare una problematica che ha un forte impatto negativo sull’attività delle imprese dell’autoriparazione e sul servizio che offrono ai clienti.
Il fenomeno da anni vede gli ultimi mesi dell’anno l’accumularsi di ritardi nel ritiro degli pneumatici usati, ma solitamente il problema si risolveva nei primi mesi.
‘Quest’anno invece’, prosegue Bocchino, nonostante le ripetute segnalazioni fatte ai consorzi nazionali, la situazione resta critica con giacenze di richieste di oltre 4 mesi’.
Il comparto Auto conta circa 1.000 operatori nelle Marche che svolgono la sostituzione degli PFU ed una mancata attivazione delle azioni recupero rischia di bloccare (alla viglia della primavera) l’obbligatoria attività della sostituzione degli pneumatici da strada.
‘Le officine vanno anche incontro a rischi di natura amministrativa e penale nel malaugurato caso in cui dovessero scoppiare incendi di pneumatici accatastati presso le officine, senza considerare i danni all’ambiente’.
‘Chiediamo che la Regione si attivi presso il Ministero competente perché chiarisca il motivo delle interruzioni di un servizio, da parte delle imprese di smaltimento convenzionate, per il quale il cittadino è tenuto a pagare un contributo obbligatorio, e senza il quale l’autoriparatore si trova a dover gestire a suo rischio tonnellate di PFU in giacenza’. ‘Restiamo in attesa’, prosegue Bocchino, ‘di una risposta e di un intervento a tutela di cittadini e imprese’.