Dopo il mancato raggiungimento di un accordo nel corso dell’ultimo incontro con il viceministro Bellanova, anche Confartigianato Taxi Ancona-Pesaro e Urbino ha aderito al fermo nazionale proclamato per il 5 e 6 luglio in segno di protesta verso l’Art. 10 (ex Art.8) del Ddl Concorrenza, che apre a forme di trasporto pubblico non di linea e che consente l’accesso al mercato ad operatori, anche stranieri, che utilizzano app e piattaforme per l’interconnessione tra passeggeri e conducenti.
L’Associazione ha espresso apprezzamento nei confronti delle aperture mostrate, ma ora attende una nuova convocazione al Ministero.
La richiesta di stralcio era stata avviata già a novembre con l’obiettivo di tutelare non soltanto i lavoratori del settore ed il loro futuro, ma anche le funzioni e le garanzie che il nostro Servizio Pubblico predispone per l’utenza. Un modello portato avanti senza oneri per lo Stato, strutturato dai soggetti indicati nella normativa vigente e tutelati anche costituzionalmente, che svolgono un ruolo importantissimo, integrativo e complementare, rispetto a quello fornito dal trasporto pubblico locale. Il servizio fornito dai tassisti permette, inoltre, agli Enti locali di fornire risposte adeguate alle esigenze dei cittadini e contribuisce alla fiscalità generale.
La norma del Ddl Concorrenza “consegna il settore del trasporto pubblico non di linea alle multinazionali straniere penalizzando il comparto dei taxi che, in quanto amministrato come servizio pubblico, ha tariffe regolate, l’obbligo di servizio e turnazioni imposte, e subirebbe la concorrenza di chi a tali regole non è sottoposto”, spiega Luca Bocchino, Responsabile sindacale e comparto Trasporti di Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino.
Il fermo di 48 ore è conseguente all’atteggiamento di chiusura mostrato finora dal Governo verso un confronto con i rappresentanti dei lavoratori e segue una serie di assemblee spontanee dei tassisti e un presidio a Montecitorio, al quale ha partecipato anche Confartigianato Taxi, che ha registrato la scarsa disponibilità al confronto da parte delle istituzioni sollecitate dalla categoria.
Per questi motivi “seppure in un momento non semplice, all’indomani della grave crisi pandemica con le pesanti ricadute economiche che si sono determinate e le cui conseguenze stiamo ancora affrontando, ci vediamo costretti a proclamare il fermo”, afferma Bocchino. “Aprire il settore ad operatori che utilizzano app e piattaforme per interconnettere passeggeri e conducenti, vuol dire penalizzare il servizio e la professionalità dei nostri tassisti e mettere a rischio il loro futuro”.
Ad Ancona e Pesaro-Urbino operano, in consorzi o singolarmente, circa 100 operatori taxi.
Due le manifestazioni alle quali, nella mattinata del 5 luglio, hanno aderito numerosi tassisti, una ad Ancona in piazza della Repubblica, l’altra a Pesaro di fronte alla stazione.
Come da normative vigenti, saranno rispettate le fasce di garanzia, dalle ore 22.00 alle ore 2.00 e dalle ore 04.00 alle ore 08.00, e sarà garantito il trasporto per anziani, portatori di handicap e malati. In ogni città interessata dalla protesta, è stato messo a disposizione un numero di servizio per le urgenze.