Per accedere ai servizi del fisco, e non solo, dal 28.2.2021 sarà obbligatorio l’uso dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale) e della CIE (carta di identità elettronica); scompariranno le tante credenziali per quanti sono i servizi digitali della Pubblica Amministrazione.
Dal 28 febbraio 2021 Spid e Cie diventeranno le uniche modalità e con l’app IO si potranno raggiungere gli stessi servizi tramite smartphone. Comunque, coloro che non riusciranno ad ottenerle in tempo, potranno ancora utilizzare le vecchie password ma soltanto fino alla loro naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021. Una piattaforma sostituirà la vecchia raccomandata per la notifica degli atti della PA.
Tutto questo dopo la conversione in legge del DL n. 76/2020 (articoli da 24 a 37). Nelle linee guida pubblicate sul sito del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione vengono riportate delle illustrazioni dove vengono descritte le novità.
NOTIFICHE
Solo per coloro che non hanno un domicilio virtuale, gli atti continueranno ad arrivare attraverso posta ordinaria. Per la notifica degli atti, la Pubblica amministrazione potrà effettuare, con valore legale, l’invio di notifiche di atti, provvedimenti e avvisi al domicilio digitale del cittadino “caricando” le comunicazioni sulla piattaforma.
DISABILI
Attraverso una piattaforma unica, le persone con disabilità potranno circolare con i loro veicoli nelle zone a traffico limitato (Ztl) su tutto il territorio nazionale con un solo permesso, fino a oggi valido esclusivamente nel Comune in cui è stato richiesto.
Anche l’INPS Dal 1° ottobre 2020 l’INPS non rilascerà più il PIN per l’accesso ai servizi telematici. Al suo posto si darà invece spazio all’Identità Digitale SPID, che – a seguito della fase transitoria – diverrà l’unico metodo per accedere alla piattaforma online dell’Istituto e quindi per inviare pratiche, domande o consultare i propri dati personali.
A partire dal mese di ottobre 2020 infatti è previsto lo switch-off dei PIN INPS, come previsto dall’istuto previdenziale nella Circolare n. 87 del 17 luglio 2020.
A partire dal 2012, per accedere sul sito INPS e conseguentemente operare telematicamente, è necessario un PIN personale che consente l’accesso alla propria area personale.
Ma per accedere al sito INPS non si utilizza solamente tale sistema, bensì anche le ulteriorimodalità previste dal Codice dell’amministrazione digitale (D.Lgs. n. 82/2005), ossia CNS (Carta Nazionale Dei Servizi), CIE (Carta d’Identità Elettronica), e lo SPID, acronimo di “SistemaPubblico di Identità Digitale”.
A partire dal 2016 quindi, una modalità alternativa d’accesso al sito INPS è lo SPID, che permette la rilevazione del titolare di quelle credenziali in maniera univoca e certificata.
A partire dal 1° ottobre 2020 non sarà più possibile richiedere il PIN INPS per poter accedere sul sito dell’Istituto Previdenziale, con il conseguente passaggio a SPID per tutti i soggetti che desiderano accedere all’area personale del sito.
Nonostante ciò, tale sistema di autenticazione continuerà a permanere per specifiche categorie di soggetti, quali:
- minori di diciotto anni;
- soggetti extracomunitari;
ma solo per i servizi loro dedicati.
Sebbene dal 1° ottobre 2020 non sarà più possibile rilasciare il PIN INPS, il passaggio da PIN a SPID sarà graduale. Infatti dal 1° ottobre comincerà una fase transitoria che permetterà di passare gradualmente a SPID.
Dal 1° ottobre infatti: non sarà più possibile rilasciare il PIN agli utenti, i quali se vorranno accedere per la prima volta al sito, dovranno richiedere lo SPID a uno dei provider abilitati; chi è già in possesso di PIN INPS potrà continuare a utilizzare questa modalità di accesso fino alla conclusione della fase transitoria.
In base all’andamento della fase transitoria e quindi di dismissione del PIN a favore dello SPID, l’Istituto, di concerto con il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, l’AGID e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, fisserà la data di cessazione definitiva di validità dei PIN rilasciati dall’Inps.