TRASPORTI
Tassisti in agitazione, direttivo online per conoscere le istanze della categoria

Anche i tassisti (comparto del trasporto pubblico locale non di linea) di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria, pur non aderendo al fermo nazionale indetto per il 24 novembre.

Alla base della mobilitazione, promossa a livello nazionale da Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone, la richiesta di stralcio dell’articolo 8 del Ddl Concorrenza e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con il Governo e il Parlamento per riavviare il percorso di riforme del trasporto pubblico locale non di linea.

In concomitanza con la proclamazione dello stato di agitazione, nella giornata di mercoledì 24 novembre, è stata convocata la riunione del Direttivo Confartigianato Taxi Ancona – Pesaro e Urbino che si svolgerà in videoconferenza sulla piattaforma GoToMeeting a partire dalle ore 10.00. Per partecipare sarà sufficiente iscriversi cliccando nel modulo riportato in coda.

Il Direttivo è allargato ai tassisti e vedrà la partecipazione dei dirigenti nazionali di Confartigianato Taxi e di esponenti politici nazionali.

L’ordine del giorno prevede la presentazione del nuovo Responsabile Sindacale, la proposta di aggiornamento delle tariffe di servizio Taxi da presentare ai comuni e saranno affrontate le problematiche alla base dello stato di agitazione proclamato dalla Confartigianato Taxi Casartigiani Trasporto Persone.

Iscriviti al direttivo

 

In un documento congiunto vengono spiegati i motivi della grande preoccupazione per quanto contenuto nel Ddl Concorrenza in tema di trasporto pubblico locale non di linea e si ribadisce la richiesta di un’interlocuzione con le istituzioni per tutelare il lavoro e la dignità degli imprenditori del settore.

Pubblichiamo di seguito il testo del documento di Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone.

Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone valutano il testo dell’art. 8 del DDL Concorrenza un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea ed esprimono grande preoccupazione per assetti di mercato che potrebbero compromettere le prospettive di accesso al mercato degli operatori e alcuni dei principi cardine del nostro ordinamento anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore dell’artigianato e della cooperazione.

Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persone non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in “lavoratori subordinati”, vincolati ad un regime prossimo al caporalato. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro.

Ribadiamo che la libertà d’impresa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore deve essere sempre garantita, in quanto servizio pubblico, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’artigianato e della cooperazione – settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione.

Dobbiamo continuare a sostenere quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l’autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato.

Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone considerano che, in questo momento, l’adesione al fermo nazionale è una prematura forzatura che in questa fase – in considerazione del prevedibile iter parlamentare del provvedimento – rischia di compromettere la strada di una responsabile interlocuzione con le Istituzioni.

La collettività o le Istituzioni (Governo, Parlamento, Conferenza Unificata, Regioni, Comuni) devono essere portate a condividere, che la regolazione del nostro servizio – prevista nella normativa europea – va nell’interesse dei cittadini e dell’utenza. A questi noi ci rivolgiamo, perché comprendano che non si tratta di una battaglia di parte; scardinare un servizio pubblico come il nostro sottrae valore, competenze e risorse alla collettività perché si propone di scavalcare questi fattori senza rispettare precisi principi costituzionali solo in nome del profitto, del libero mercato e di squilibrata concorrenza.

Le categorie del trasporto persone, durante la pandemia, e per contrastarne gli effetti:

  • hanno svolto un essenziale ruolo di servizio pubblico riconosciuto dalle istituzioni locali e dai cittadini;
  • hanno prodotto ore di servizio senza corrispettivo, ha svolto la propria attività in condizioni difficili con dignità e spirito collaborativo;
  • hanno visto la loro operatività ridotta a causa degli indici di carico, associata ad una mobilità fortemente ridotta.

Per tutto ciò ci attendevamo attenzione; non farlo o peggio essere inseriti nel DDL concorrenza non è una risposta degna dello spirito di sacrificio e del senso di responsabilità sociale dimostrati dagli operatori.

Per questi motivi e nell’interesse generale della collettività e delle imprese, Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone:

  • proclamano lo stato di agitazione degli associati;
  • chiedono lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con Parlamento e Governo per riattivare quel processo di riforme previsto con l’approvazione della legge 12/2019, mai portato a termine;
  • non prenderanno parte alla manifestazione nazionale del 24 p.v. per le motivazioni in premessa;
  • attendono che la richiesta di incontro al Governo, formulata per le vie brevi, sia accolta per rispetto del contributo che le categorie hanno dato durante la pandemia come segno di comprensione delle difficoltà ancora oggi sostenute;
  • si riservano – in futuro e in ragione del prosieguo della vertenza – di mettere in campo eventuali ulteriori iniziative di rivendicazione e lasciano liberi gli associati sul territorio, in merito al comportamento da tenere, il 24 p.v.;
  • organizzano, per il giorno 24 alle ore 11.00, in videoconferenza, le proprie assemblee nazionale degli iscritti, invitando rappresentanti delle Istituzioni e alle quali parteciperanno i rispettivi gruppi dirigenti nazionali di categoria.